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Atessa. È polemica sulla mancata convocazione del consiglio per la surroga di Flocco

La polemica, inescatta dai consiglieri Falcone e Fioriti, coinvolge anche la validità delle dimissioni dell'ex presidente del consiglio

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È polemica ad Atessa sulle dimissioni, valide o meno, del presidente del consiglio comunale Enrico Flocco sia dall’incarico istituzionale che da consigliere.

Lunedì scorso, 25 ottobre, i consiglieri comunali Carmine Fiorito, di Progetto Atessa, e Emilio Falcone, del Movimento 5 Stelle, hanno chiesto la convocazione del consiglio comunale, reclamando l’intervento del prefetto di Chieti Armando Forgione, per procedere alla surroga del consigliere dimissionario.

Le norme imporrebbero la convocazione del consiglio straordinario entro dieci giorni dalla data delle dimissioni, cosa che però non è stata fatta dalla maggioranza. Cosa che non è stata fatta dal gruppo di maggioranza Uniti per Atessa.

Il ritardo, secondo l’amministrazione, sarebbe, però, dovuto alle irrituali modalità con cui il presidente Flocco ha inoltrato le sue dimissioni, ossia tramite Pec, che destano dubbi sulla validità effettiva sul piano giuridico.

Per queste ragione, martedì 26 ottobre, il sindaco Giulio Borrelli ha inviato una lettera al prefetto Forgione per chiedere di fare chiarezza sulla validità di questa modalità utilizzata da Flocco.

Nella sua risposta il prefetto, facendo riferimento all’art.38 comma 8 del TUEL, specifica che le dimissioni devono essere presentate personalmente dal dimissionario, quindi l’e-mail inviata dal consigliere Flocco non produce effetti giuridici e il consigliere occupa ancora a pieno titolo il suo seggio. Dando così ragione all'amministrazione comunale. 

Quindi è arrivata la risposta dell’amministrazione comunale ai due consiglieri attraverso un post su facebook in cui si legge: “Questa amministrazione non ha mai inteso sottrarsi all'obbligo di salvaguardare la funzionalità della rappresentanza democratica del Consiglio comunale, e la ricostituzione “del plenum assembleare, dopo le dimissioni del Presidente, Enrico Flocco, ma nel rispetto e nella correttezza delle procedure.

“Nella nota prefettizia – conclude l’amministrazione - si confermano i legittimi dubbi espressi, e cioè l'inefficacia ed invalidità di quelle dimissioni, essendo state presentate in modo irrituale, cioè non rispettando le norme di legge. Adesso Flocco potrà presentare nuovamente le proprie dimissioni, secondo le modalità previste dal Testo Unico Enti Locali, e da quel momento partiranno i termini per la sua surroga.”

A questa risposta è seguita una contra risposta del consigliere Fioriti attraverso un comunicato stampa rilasciato a Abruzzowebtv. “Nel caso delle dimissioni del Dottor flocco, l’amministrazione comunale ha tentato e cercato sfacciatamente di allungare il brodo (i tempi) al fine di trovare una quadra per le proprie esigenze politiche interne e personali” afferma il consigliere Fioriti.

“Infatti, circa i dubbi che l’amministrazione dice di avere avuto immediatamente all’atto della presentazione delle dimissioni, - prosegue il consigliere - non si capisce per quale motivo non abbiano presentato subito al prefetto di Chieti il quesito che, invece, hanno fatto soltanto ed unicamente allorquando è stata sollevata la questione della surroga, proprio alla stessa Prefettura e ben oltre dieci giorni dalla presentazione della Pec del Presidente del consiglio.”

Inoltre Fioriti mostra i propri dubbi su quanto affermato dal prefetto nella sua missiva. “Circa, poi, l’interpretazione letterale, data dalla prefettura di Chieti, sulla vicenda, - spiega - mi permetto di avere qualche dubbio sulla funzione della posta elettronica; un sistema che sicuramente non poteva avere la stessa considerazione ed importanza di oggi nel 2009 e nel 2000, allorquando fu emanato il testo unico degli enti locali. In merito sono, comunque, in corso delle verifiche nell’alveo dei provvedimenti del consiglio di Stato, onde cercare attualizzazioni della effettiva funzione della PEC anche nel caso di dimissioni dalla carica di consigliere comunale. “

“La ratio della norma - conclude Fioriti - su cui si dibatte sta nell’avere la certezza della effettiva volontà di un Consigliere a dimettersi. Ma, nel momento in cui, oggi, le Pec sono diventate uno strumento certo e sicuro della identità del mittente, quella formulazione del 2000 non avrebbe più ragione di esistere in quanto anacronistica e desueta.”

Il botta e risposta è continuato con le ultime dichiarazioni rilasciate dal sindaco a metà pomeriggio: “Le dichiarazioni del consigliere Fioriti sulla risposta del Prefetto di Chieti, Dott. Armando Forgione, a proposito della regolarità delle dimissioni di Flocco dal Consiglio Comunale, - dichiara Borrelli -  sono un fatto istituzionale gravissimo per chi si candida a governare e sta dentro un’assise civica.”

“Contestare il parere del Prefetto della Repubblica, volendosi sostituire a lui o alla legge (pretendendo magari di riscriverla a proprio uso e consumo) - conclude il sindaco Borrelli - vuol dire non conoscere le regole basilari di uno Stato di diritto.”

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