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Progetto Atessa, Fioriti: sulla vicenda Honeywell la politica agisca concretamente e la smetta di fare passerelle e comunicati

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"La politica (quella nazionale n.d.r.) agisca concretamente e la smetta di fare passerelle e comunicati che prendono solo in giro i lavoratori." Con queste parole entro nella vicenda della Honeywell, dopo essere stato il primo a denunciare la drammatica situazione, che sembra avviarsi verso un esito tristemente annunciato.

È assurdo che coloro che rivestono cariche decisionali e che legiferano accollino alla multinazionale tutte le colpe quando è scontato che questa ha sempre avuto, come sempre avrà, l'univo obiettivo della massimizzazione del profitto. La Honeywell non è una onlus, ma una multinazionale.

Lo Stato Assistenziale, invece, deve intervenire in misura pesante affinché questa, come tutte le altre aziende che danno lavoro, trovi i medesimi benefici che troverebbe in un altro Stato, nel momento in cui produce nel nostro Paese.
Se la pressione fiscale non diminuisce e se mancano gli incentivi necessari al mantenimento delle aziende sul posto , tutti i tavoli aperti, chiusi o che si intenderanno aprire , saranno solo ed esclusivamente degli specchietti per allodole e la situazione delle 420 persone senza stipendio si riverserà su tutta l'economia locale che, a sua volta , si ripercuoterà su quella nazionale.

Soltanto se si mette l'imprenditore in condizioni di lavorare, questo potrà offrire lavoro. Al contrario, se lo si comprime con una regolamentazione capestro, cercherà sempre un altro posto dove vi sono agevolazioni e favori .

Il processo economico di ogni Nazione è ciclico. Al lavoro sono connessi i consumi, i risparmi, gli investimenti ed una moltitudine di indicatori. Ad una diminuzione del primo, corrisponde un decremento di tutti gli altri. Venendo meno un'azienda il PIL della regione e della Nazione subisce un decremento, ma quel che più preoccupa è che se lo Stato non rivede la propria politica, la Honeywell non sarà il solo caso ad interessare la nostra Val di Sangro.  Si avrà un forte impatto sull'economia, ma anche sul tessuto sociale. Quindi se i politici proponessero un'adeguata politica economica piuttosto di fare passerelle e comunicati, forse ci sarebbe ancora una minima possibilità di salvare l'azienda in zona Cesarini. 

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