Futuro nebuloso per i lavoratori e lavoratrici dello stabilimento sangrino della Pierburg. Secondo i sindacati l’azienda starebbe mettendo in discussione gli accordi presi con le OOSS e le RSU.
La storia inizia nel 2011 quando gli amministratori e i sindacati firmano un accordo nelle stanze del Ministero dello Sviluppo Economico, che destinava lo stabilimento di Lanciano alla produzione di piccole serie di primo impianto e ricambi after market.
L’accordo prevedeva investimenti, l’arrivo di produzioni e il mantenimento di una soglia minima di 103 lavoratori e lavoratrici proporzionalmente ai servizi presenti in quel momento in azienda.
La proprietà, inoltre, si era impegnata a reintegrare le lavorazioni nel caso in cui il mercato avesse subito una riduzione di volume e l’impegno ad elaborare un piano alternativo in caso di problemi.
A seguito di una riduzione dei volumi e degli accordi in essere, i sindacati e il responsabile della divisione MSI, il Dott. Kasperlik, si accordarono per l’arrivo di nuove produzioni per un valore che oscillava tra i 6,3 e i 7,4 milioni di euro.
In aggiunta a questo si favorirono altre azioni per rendere più competitivo lo stabilimento ossia il rinnovo del PDR con l’introduzione di diverse flessibilità, al fine di ridurre i costi del lavoro, per un certo periodo favorendo un ricambio generazionale.
“Ad oggi la Pierburg – affermano Fiom-Cigl, Fim-Cisl e Uilm - non ha rispettato icontenuti degli accordi stipulati. Le lavorazioni non sono arrivate, i contenuti del PDR sono stati messi in discussione non riconoscendo il dovuto e costringendo le lavoratrici e i lavoratori ad azioni di lotta per pretendere le spettante mentre il ricambio generazionale è rimasto solo sulla carta”.
“Attualmente – aggiungono i sindacati - sono usciti con quota 100 oltre 30 persone, nei prossimi mesi usciranno altre persone e l’ azienda non ha rimpiazzato nemmeno un posto di lavoro, ci dicono che le assunzioni sono bloccate per via della crisi.”
“Ci sforziamo di comprendere ma non ci riusciamo, il reparto manutenzione e l’ ufficio ingegneria sono praticamente azzerati, la Pierburg di Lanciano rischia la paralisi. Tutti questi indizi ci portano ad una conclusione, la Pierburg evidentemente ha deciso di disimpegnarsi a Lanciano.”
Le perplessità dei lavoratori e dei loro rappresentanti sono state espresse in un incontro tenuto con la dirigenza lo scorso 4 maggio. In quel occasione “la Pierburg - dicono i sindacati - è venuta a spiegarci che l’ accordo del 2019è saltato, che quanto previsto aveva un costo troppo alto per essere realizzato e che acausa del diesel gate i clienti non volevano che le produzioni fossero spostate.
“Le cose – concludono Fiom, FIm e Uilm - sono due: hanno preso in giro i Lavoratori, non sono stati in grado di fare un’analisi di quanto loro stessi hanno messo sul tavolo. Sempre in quell’ incontro l’ azienda ci dice che è necessario rivedere quanto pattuito nel 2019, che ci sono altri progetti, nuove idee, ma il vero problema è la Pierburg non ha specificato di cosa si tratta, di quali volumi, della tempistica e se i livelli occupazionali saranno mantenuti.”
Per questo i sindacati nella giornata di domani, giovedì 20 maggio, hanno indetto due ore di sciopero dalle ore 7,45 alle ore 9.45 per i lavoratori del primo turno e del centrale e dalle ore 17,00 alle ore 19,00 per il secondo turno.