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Il nomadismo delle api, tradizione e garanzia di qualità. Regina di miele è sul Corriere della Sera

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Il Corriere della Sera parla di “Regina di miele”, l’evento gastronomico che si svolge oggi e domani a Tornareccio. Riportiamo parte dell’articolo, in cui si evidenzia come nacque e l’importanza del nomadismo delle api, il fenomeno con il quale gli apicoltori, al fine di aumentare e migliorare la produzione di miele, si spostavano in altre regioni alla ricerca di nuove fioriture. Il tema sarà al centro di uno degli appuntamenti di Regina di Miele.

«La mia famiglia viveva in affitto presso un compaesano stabilitosi a Gubbio, in Umbria: Peppino Finocchio, anch’egli apicoltore. Ogni anno, venendo a riscuotere la pigione in occasione delle feste di agosto, chiedeva a mio padre Amedeo come fosse andata la raccolta. Rimanendo incredulo per le piccole quantità prodotte, raccontava che a Gubbio le produzioni di miele di erba medica erano ben più significative, e andavano avanti fino a luglio inoltrato. Fu così che ci suggerì di portare gli alveari in Umbria». A raccontare come nacque il nomadismo delle api in Abruzzo è Emilio Iacovanelli, anziano apicoltore di Tornareccio, paese in provincia di Chieti in cui già negli anni Cinquanta gli apicoltori si spingevano in altre regioni alla ricerca di fioriture che permettessero loro di aumentare la produzione di miele. Una tecnica, quella del nomadismo, oggi ampiamente diffusa ed emulata, ma nata grazie alla tenacia e alla passione di apicoltori pionieri come quelli di Tornareccio.

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