Lanciano non finisce mai di stupire.
Città che vive e respira musica, dove ogni pietra ha un’eco di orchestra e ogni via ha visto passare una banda, un coro, un maestro. In questa terra di suoni e tradizioni nasce oggi una nuova scoperta: il flauto di Pan, uno strumento antichissimo e poetico, quasi sconosciuto nella nostra regione ma destinato a conquistare curiosi e appassionati.
E a portarlo, chi poteva essere se non la Scuola Musicale “F. Fenaroli”, fiore all’occhiello della cultura lancianese, guidata con visione e passione dal suo presidente, il maestro Roberto De Grandis?
 Il soffio che unisce mito e natura
Il flauto di Pan, o “siringa”, affonda le sue radici nella mitologia greca.
Secondo la leggenda, la ninfa Siringa, per sfuggire all’amore del dio Pan, fu trasformata in canna. Pan, disperato, raccolse le canne e soffiandoci dentro creò uno strumento dal suono struggente, capace di esprimere la voce del vento e della natura.
Da quel soffio nacque uno degli strumenti più affascinanti del mondo.
Una semplice serie di canne di diversa lunghezza, legate tra loro con cura, che racchiudono un potere antico: trasformare il respiro umano in melodia.
Ogni nota del flauto di Pan è un frammento di mondo: racconta la libertà dei pascoli, la pace dei monti, il silenzio dei fiumi. È la musica prima della musica, quella che nasce dal cuore e si diffonde nell’aria.
Dalle Ande al Mediterraneo
Se in Europa il flauto di Pan evoca il mito classico, in Sud America, e soprattutto nelle Ande peruviane e boliviane, esso ha trovato una nuova vita.
Lì è conosciuto come zampoña, strumento identitario dei popoli andini.
Le sue canne, realizzate con bambù o canne di fiume, sono disposte in scale doppie o alternate, simbolo dell’armonia tra cielo e terra. La zampoña non è soltanto musica: è respiro, è rito, è voce collettiva.
Durante le feste tradizionali, i suonatori di zampoña camminano in gruppo, suonando insieme come un solo organismo. Il suono che nasce è corale, avvolgente, spirituale: una preghiera che sale dalle montagne verso il cielo.
Molti musicisti peruviani la definiscono “il respiro della montagna”, e non a caso: soffiare in quelle canne è un modo di fondersi con la natura, di ascoltare il mondo e restituirgli la propria voce.
 
 Dall’Europa alla Romania: il maestro Gheorghe Zamfir
In Europa, il flauto di Pan ha trovato una patria d’eccellenza in Romania, dove questo strumento è parte integrante della cultura popolare e colta.
A renderlo celebre nel mondo è stato Gheorghe Zamfir, considerato universalmente il più grande flautista di Pan vivente.
Virtuoso, compositore e innovatore, Zamfir ha portato questo strumento dalle piazze rurali ai teatri sinfonici, dalle musiche popolari alle colonne sonore di Hollywood.
Con la sua abilità e sensibilità, ha ampliato la gamma dello strumento, creando versioni con oltre trenta canne e raggiungendo estensioni melodiche impensabili.
Le sue interpretazioni — dal Concerto di Aranjuez alle melodie popolari rumene — hanno incantato milioni di persone, dimostrando che il flauto di Pan non è un semplice cimelio del passato, ma uno strumento vivo e universale, capace di attraversare generi, culture e secoli.
Zamfir è stato definito “l’uomo che fa cantare il vento”, e in fondo è proprio questo lo spirito che anima oggi anche l’iniziativa lancianese: riscoprire la bellezza del suono naturale, del soffio che diventa armonia.
La Fenaroli, culla della musica e delle nuove idee
Fondata sull’eredità del grande teorico e compositore Francesco Fenaroli (1730–1818), la Scuola Musicale di Lanciano porta avanti una tradizione secolare.
Qui la musica non è solo insegnata: è vissuta, condivisa, tramandata.
Sotto la direzione del maestro Roberto De Grandis, la Fenaroli si è aperta a progetti di respiro internazionale, con corsi, laboratori e collaborazioni che uniscono la formazione classica all’esplorazione di nuovi linguaggi.
“Ogni strumento è una finestra sul mondo — spiega De Grandis —. Il flauto di Pan ci ricorda che la musica nasce dal respiro, dal silenzio e dalla natura. Portarlo tra i nostri studenti significa offrire loro un’esperienza sensoriale e culturale unica.”
L’introduzione del flauto di Pan nei programmi didattici nasce proprio da questa visione aperta: insegnare ad ascoltare, prima ancora che suonare.
E così, nelle aule della Fenaroli, le prime note dello strumento hanno già cominciato a vibrare: dolci, misteriose, evocative.
Una città che ascolta e si rinnova
Lanciano è da sempre una città musicale.
Le sue bande storiche, i cori, i festival, il Settembre Lancianese, l’Istituzione Sinfonica e la stessa Fenaroli hanno formato generazioni di artisti e appassionati.
Eppure, anche in un luogo così ricco di tradizione, c’è ancora spazio per la scoperta.
Il flauto di Pan arriva come una ventata di aria nuova, un simbolo di apertura culturale e di dialogo tra le radici e il futuro.
In un’epoca dominata dai suoni digitali e dalle produzioni artificiali, questo strumento ci ricorda che la musica più autentica nasce dal corpo, dal respiro, dalla materia viva.
“Vedere i ragazzi incuriositi da uno strumento così semplice ma potente è emozionante — raccontano i docenti —. Il flauto di Pan insegna a rallentare, ad ascoltare sé stessi, a sentire la musica dentro prima di produrla fuori.”
Dal mito al futuro
Il progetto della Fenaroli prevede anche laboratori aperti al pubblico ed esibizioni dimostrative, con l’obiettivo di far conoscere al territorio questo strumento così raro e affascinante.
Il primo concerto dedicato al flauto di Pan è già in preparazione: sarà un evento simbolico, un incontro tra mito, storia e innovazione musicale.
E per rendere questo appuntamento ancora più straordinario, saranno ospiti della Scuola Musicale “F. Fenaroli” due figure di rilievo internazionale: Gheorghe Zamfir e Dan Dumitru Crețu.
Un’occasione unica per Lanciano, che potrà accogliere il più grande interprete mondiale del flauto di Pan insieme a uno dei suoi più fedeli e talentuosi collaboratori, protagonisti di una carriera dedicata a diffondere nel mondo la magia di questo strumento.
La loro presenza rappresenterà un momento storico per la città e per gli studenti, un incontro diretto con i maestri che hanno trasformato il flauto di Pan in un ponte tra culture e generazioni.
Lanciano, ancora una volta, si dimostra una città capace di accogliere il nuovo senza dimenticare il passato, di unire la tradizione con la curiosità, la tecnica con la poesia.
Il respiro di Pan, il vento di Lanciano
C’è qualcosa di profondamente simbolico nel vedere un giovane allievo che soffia in un flauto di Pan dentro una scuola fondata nel nome di Fenaroli.
È come se il vento del mito fosse arrivato fino a noi, passando attraverso secoli di musica, per tornare a vivere tra le mani di una nuova generazione.
Un grazie sincero va al maestro Roberto De Grandis, presidente della Scuola Musicale “F. Fenaroli”, per aver creduto in questo progetto e per aver donato alla città un nuovo suono, un nuovo orizzonte.
Un piccolo grande gesto che conferma come Lanciano, la città della musica, non smetta mai di respirare — e di far respirare la bellezza.
 
(Nicola Tamburrino, sottoilcielo)